Lavoratrici e lavoratori di Roma: "Un accordo a perdere"
30 ottobre 2007
Le lavoratrici ed i lavoratori di Roma per il NO all’ipotesi di accordo ritengono il percorso seguito dalle segreterie nazionali di CGIL CISL E UIL davvero scandaloso e, comunque vada il risultato della votazione, secondo noi qualcuno dovrebbe rassegnare le dimissioni dal ruolo che ricopre. Siamo convinti che il protagonismo dell’insieme dei lavoratori, non solo abbia dato molto fastidio all’azienda (come era giusto che fosse) ma forse ha dato fastidio anche alle segreterie sindacali nazionali, che si son viste così scippato il ruolo che gli sarebbe dovuto competere e che di fatto non hanno voluto e saputo svolgere.
Riteniamo inoltre del tutto fuori luogo i trionfalismi del comunicato nazionale inviato a tutti i lavoratori e gravi, alcuni veri e propri depistaggi. Per esempio quando si parla che Vodafone non farà più esternalizzazioni per tre anni, dimenticando la frase che nell’ipotesi dice
"fatti salvi eventuali trasferimenti all'interno del gruppo Vodafone e sue controllate"... questo vuol dire che Vodafone ha sicuramente in testa qualcosa, altrimenti non l'avrebbero scritta! E se per caso dovessero creare una controllata dove trasferire un'altra bella fetta di lavoratori e poi casualmente il primo aprile 2010 decidessero di vendere la controllata ad un soggetto terzo, così il pacchetto di lavoratori sarebbe già bello e confezionato? Quella frase assolutamente non tutela i lavoratori che (in questo caso) rimangono! Nello stesso comunicato c’è scritto che "lavoratori ed attività sono tra loro legati" quando invece è assolutamente chiaro che già da subito i dipendenti Vodafone potranno essere ricollocati da Comdata Care, su una qualsiasi commessa di altra società: surgelati, autovetture, assicurazioni che sia, ma non Vodafone. Sullo stesso comunicato si allude inoltre ad una possibilità di rinnovo del contratto, quando nel testo c’è scritto solo che
"potrà essere rinnovato", frase questa che invece non da nessuna vera garanzia. E poi c’è questo brutto vizio delle OO. SS. di scrivere gli accordi facendo credere di mantenere diritti che invece sono già acquisiti! Gli accordi aziendali, il fondo di solidarietà e incredibilmente il Fondo Telemaco. Tutti diritti questi sanciti in modo incontrovertibile anche dall’art 2112 del codice civile!
Ci vengono a dire che questo è uno dei migliori accordi di esternalizzazione esistente nel settore privato!
FALSO! Se ci si raffronta con il settore metalmeccanico che normalmente effettuano le cessioni di ramo d’azienda per situazioni di crisi, è ovvio che 7 anni sono tanti, rispetto ai 4 o 5 di altri accordi, ma se ci si raffronta con il settore bancario (che non sono in crisi, come non lo e’ Vodafone) ci troviamo di fronte a diverse cessioni di rami d'azienda che hanno clausole di salvaguardia VERE, con reintegro nella casa madre in caso di difficoltà del cessionario! Per sempre! Con il rispetto della professionalità del lavoratore che sarà sempre impiegato nell’attività dell'impresa cedente! Invece questo mercato del lavoro, con queste leggi, (soprattutto la tristemente nota per noi legge Maroni – impropriamente detta Biagi) permette a Vodafone di farci risucchiare nel vortice della precarietà e
il contratto di lavoro pur rimanendo a tempo indeterminato, all’atto pratico passerà a tempo determinato a 7 anni! Allora perché non lottare per una clausola di salvaguardia vera, visto che Vodafone ha i soldi per poterla dare? Vodafone ha iniziato un processo di smembramento che presto si porterà appresso molti altri lavoratori, tutti risucchiati in dinamiche di instabilità lavorativa, così come quelli che adesso passano a Comdata. Alla nostra età! Nonostante i 4 miliardi di utile!
Ora, cosa accade nel caso in cui l’accordo dovesse essere bocciato? Che in base alla solita legge Maroni, il posto di lavoro è garantito per solo 1 anno, mentre l’unica cosa positiva dell'accordo (nel caso in cui se ne dovesse accettare l’impianto) è che garantisce la non licenziabilità per 7 anni, ma indica tra le motivazioni non comprese nella clausola di non licenziabilità, la giusta causa ed
anche il giustificato motivo, che tecnicamente sono i licenziamenti collettivi per crisi aziendale, dunque si e’ garantiti o NO!? E poi basta questo? Lo sappiamo che qualcuno ci sta mettendo di fronte ad un bivio importante, ma non è forse il caso di provare ad alzare il livello dello scontro per ottenere di più? Se si accettano i 7 anni anche togliendo il giustificato motivo, per noi è comunque un fallimento totale! Dovremmo continuare a batterci perché in questo mercato del lavoro non si possa permettere ad aziende della portata di Vodafone di fare certe cose. Ci dovremmo battere perché le organizzazioni sindacali la smettano di fare una politica sindacale che non va al nocciolo delle questioni e che mette solo toppe, con tutti i limiti e perdita di diritti che questo comporta per i lavoratori.
Abbiamo scoperto che nel programma dell’Unione non solo c’era l’impegno di una modifica sostanziale della legge Maroni, ma che ci sono scritte anche le parole che di seguito riportiamo:
“Ci impegniamo a rivedere la normativa in merito agli appalti di opere e servizi e alla cessione di ramo d’azienda, spesso utilizzata in modo fittizio per aggirare le tutele dei lavoratori attraverso il meccanismo delle esternalizzazioni: la disciplina va ricondotta alla sua corretta dimensione, giustificata esclusivamente da oggettivi requisiti funzionali e organizzativi. In ogni caso, va riconosciuta una piena responsabilità dell’impresa appaltante nei confronti dei lavoratori delle imprese appaltatrici”... forse dovremmo anche mettere in piedi delle iniziative per ricordare a qualcuno quello che hanno scritto e pretendete che lo attuino!
E’ ovvio che se l’accordo dovesse essere bocciato, chiederemo alle organizzazioni sindacali quello sciopero generale di settore di cui si è tanto parlato ma che non è stato MAI proclamato, oramai indispensabile! Non solo, dovremmo noi riprendere quel protagonismo che tanto bene stava facendo alla nostra vertenza! E poi non sarà il caso di bloccare l’attività lavorativa per una settimana? Stiamo parlando del nostro futuro e di quello delle nostre famiglie!
Siamo convinti che i lavoratori uniti possano ottenere di piu’ di quanto sia scritto in questa ipotesi di accordo e con questo appello stiamo chiedendo a tutti uno scatto di orgoglio e di dignità. Sappiamo bene che la decisione è difficile, ma quello che ci spinge a continuare nella lotta, è il poter immaginare un futuro vero, dove possa avere ancora un senso la parola “speranza”.
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